ultime notizie estetiche

Rosacea

Rosacea: cos’è e come trattarla

Autore: PROF. ENZO BERARDESCA

Pubblicato: 12/09/2018

Editor: JENNIFER VERTA

Come minimizzare il rossore ed il gonfiore al viso dovuto alla rosacea? Il Prof. Enzo Berardesca, esperto in Dermatologia a Roma, ci spiega come riconoscere e trattare questa patologia in maniera efficace.

Cos’è la rosacea?

La rosacea, anche nota come acne rosacea è una dermatosi, ovvero un’infiammazione cronica della cute del viso. Colpisce più frequentemente i soggetti con pelle diafana, le donne e specialmente dopo i 45 anni. Sembra che ci sia una predisposizione familiare, dunque più persone nella stessa famiglia ne possono essere affette. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare la patologia non è contagiosa per contatto e non è dovuta a motivazioni igieniche.

Come si presenta la rosacea?

I sintomi della rosacea sono generalmente molto chiari. Il tratto distintivo della patologia è l’arrossamento del viso nelle aree di fronte, guance, naso e mento accompagnato da vampate di calore. Si potrà riscontrare anche un certo gonfiore della cute associato a dilatazione dei capillari superficiali. Nei casi più avanzati sono infine presenti papule e pustole con infiammazione a carico degli occhi con bruciore e prurito.

Rosacea e couperose: come distinguerle?

La couperose è lo stadio iniziale, chiamata rosacea eritemato-teleangectasica e presenta solo eritema e teleangectasie (capillari dilatati sulle guance e naso). Nei casi più gravi progredisce in rosacea conclamata con comparsa di papule e pustole nelle stesse sedi associata talvolta ad edema e sintomi oculari.

Quali sono le cause della rosacea?

La causa non è ancora conosciuta. Sicuramente esiste una predisposizione genetica che causa nelle persone predisposte la comparsa di rossori temporanei (flushing) in seguito a stimoli emozionali che poi con il tempo diventano persistenti. Ancora da definire è il ruolo del Demodex folliculorum, un microrganismo che vive nei follicoli piliferi del volto e sembra associato alla comparsa delle papule.

Come si cura la rosacea?

L’unica maniera di tenere sotto controllo la rosacea è affidarsi ad uno specialista quanto prima per evitare che la malattia possa progredire e creare ulteriori problematiche. Per migliorare l’aspetto della cute, specialmente le pustole, si utilizzano in primo luogo un antibiotico orale o topico. Le teleangectasie possono inoltre essere minimizzati grazie a sedute di laser o elettrochirurgia. Per quanto riguarda i sintomi secondari a carico degli occhi, sarà necessario ugualmente l’impiego di antibiotici e detergenti specifici per evitare la diffusione della patologia. Seguendo meticolosamente le indicazioni dello specialista i primi miglioramenti dovrebbero essere visibili già dopo circa un mese di trattamento.

Qualche utile consiglio

Per evitare un peggioramento della patologia è bene seguire alcune semplici, ma efficaci indicazioni. In primo luogo è fondamentale evitare gli ambienti troppo caldi, umidi o ventosi che possano indurre la vasodilatazione. A questo fine è sconsigliata anche l’assunzione cibi speziati, caffè ed alcool. Si dovrebbe inoltre cercare di arginare le situazioni stressanti, evitare l’applicazione prolungata di farmaci antinfiammatori cortisonici sul viso e proteggersi accuratamente dai raggi solari con fattori di protezioni elevati. Godersi una giornata in piscina o al mare è possibile, ma sarà importante sciacquare accuratamente il cloro ed il sale dalla pelle. Per le donne è importante evitare l’utilizzo di cosmetici contenenti elementi che potrebbero sensibilizzare ulteriormente la cute come alcol, mentolo o capsaicina. L’assunzione di contraccettivi orali, con conseguente aumento di estrogeni dovrebbe essere valutato attentamente poiché potrebbe peggiorare la patologia.

 

Macchie della pelle: cosa sono

Autore: PROF. ENZO BERARDESCA

Pubblicato: 05/12/2017 | Aggiornato: 13/12/2017

Editor: TOP DOCTORS®

Età e sole, a volte, sono i peggiori nemici della pelle. Scopri insieme al Prof. Enzo Berardesca, esperto in Dermatologia a Roma, a cosa sono dovute le fastidiose macchie cutanee

1) Che cosa sono le macchie cutanee?

Le macchie cutanee (scure o marroni) compaiono generalmente nelle sedi scoperte dopo i 20-30 anni, e sono costituite spesso da un accumulo del pigmento della pelle (melanina) che si deposita nell’epidermide o nel derma superficiale.

A seconda della loro profondità nella pelle, possono assumere sfumature di colore lievemente diverso. Quelle più superficiali sono più marroni e più facilmente trattabili; quelle profonde possono avere un alone grigio-bluastro e sono più persistenti.

2) Macchie della pelle: da cosa sono causate?

Le cause sono associate ad una eccessiva esposizione solare. Compaiono anche in persone poco esposte, ma generalmente più avanti con l’età.

Possono essere influenzate da fattori ormonali, soprattutto nelle donne (contraccettivi orali o gravidanza), ed alcuni farmaci  possono peggiorare la situazione.

Lo stile di vita con una regolare fotoprotezione quotidiana, anche nei mesi invernali, è il modo migliore e più “naturale” per prevenire la loro formazione. Infatti, in persone poco esposte per tutta la vita, come ad esempio le suore, sono poco frequenti.

3) Macchie della pelle: chi sono i soggetti più a rischio?

Le persone più esposte sono le donne, soprattutto quelle con fenotipo mediterraneo. Queste, infatti, sono più predisposte geneticamente a produrre melanina e, quindi, si pigmentano più facilmente.

Le macchie cutanee sono anche un segno dell’età: tanto più si è avanti con l’età, tanto più è probabile averle, anche per la dose maggiore di raggi UV accumulata nel corso degli anni.

4) La comparsa di macchie cutanee può portare a qualche patologia?

Non ci sono particolari patologie correlate con queste macchie indotte dal sole.

Chiaramente, queste vanno differenziate da altre macchie scure (tipo voglie color caffelatte) che possono comparire in infanzia e che, in alcuni casi, possono essere associate a patologie ereditarie

5) Quali sono i possibili trattamenti per le macchie cutanee?

Il trattamento può essere effettuato con creme a base di sostanze depigmentanti che si acquistano in farmacia.

Nei casi più severi si può ricorrere ad una terapia fisica (crioterapia, laser) a seconda delle caratteristiche delle lesioni.

Attenzione però: nessuna terapia sarà efficace se non sarà associata ad una regolare e rigorosa fotoprotezione!

 

Editor Karin Mosca

Come leggere l’etichetta dei prodotti solari

L’estate si avvicina. Ecco alcune informazioni per capire il significato dei numeri sulle etichette dei prodotti solari.

Per “prodotto solare” si intende un “preparato destinato ad essere posto in contatto con la cute al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi UV assorbendoli o disperdendoli mediante rifrazione”. Gli attivi presenti in un prodotto solare sono generalmente classificati in due tipologie principali: i filtri chimici , ad esempio i cinnamati ed i benzofenoni, che assorbono la radiazione ultravioletta incidente, e gli schermi fisici,  quali il diossido di titanio e l’ossido di zinco, che riflettono e disperdono la radiazione.  I prodotti solari vengono utilizzati allo scopo di proteggere la cute da eritemi solari, foto-invecchiamento, fotocancerogenesi. La protezione solare viene comunemente esercitata privilegiando l’uso di filtri attivi prevalentemente nei confronti dell’UVB. Questo perché  l’UVB presenta  azione prevalentemente eritemigena  e di induzione dei danni  da fotoesposizione al DNA. L’UVA presenta invece un’azione prevalentemente pigmentogena (sia per il fenomeno dell’ossidazione, e quindi dell’imbrunimento, della melanina già presente nella cute sia per lo stimolo alla sintesi di nuova melanina). L’azione dell’UVA viene quindi spesso incoraggiata dal punto di vista pigmentogenetico e sottovalutata dal punto di vista della sicurezza delle esposizioni. Invece è noto che l’UVA è in grado di penetrare più in profondità nella cute (mentre l’UVB non oltrepassa l’epidermide, l’UVA si spinge fino al derma). Inoltre, si stima che l’epidermide riceva un’energia di radiazione UVA 18 volte maggiore rispetto a quella UVB: infatti, a differenza dell’UVB, l’UVA è presente in maniera considerevole nello spettro di emissione solare lungo tutto l’arco del giorno (comprese le prime ore del mattino e le ultime ore del pomeriggio) e non è filtrato dai vetri delle finestre. Inoltre, mentre il 72% della dose cumulativa annuale di UVB viene ricevuto d’estate, e solo il 28% durante il resto dell’anno, la dose cumulativa di UVA normalmente ricevuta d’estate rappresenta solo il 48% mentre il restante 52% è distribuito nelle restanti stagioni. Quindi,  una  protezione solare adeguata non può che esercitarsi anche nei confronti dell’UVA. Inoltre, esistono condizioni dermatologiche per le quali la foto protezione è obbligatoria