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Anche il sesso può far male alla pelle

Colloquio con il prof. Berardesca riguardo un rapporto particolare: il sesso e la pelle.
di Rai News 24, 14 luglio 2015

Sono molti gli attacchi che subisce costantemente la nostra pelle. Dagli agenti atmosferici, inquinamento, polveri sottili e soprattutto dai raggi ultravioletti. Ma anche da contatto con alcune sostanze, come il nickel, il rame, che nei soggetti predisposti provocano gravi reazioni allergiche. E poi i contatti sessuali non protetti.

Professore ci preoccupiamo molto per le rughe o le macchie e le imperfezioni della pelle. Ma ci sono problemi molto più importanti, che possono minare questo organo. Iniziamo con un gruppo molto diffuso, le dermatiti: da contatto, atopiche, seborriche… Chi ne soffre, i sintomi e come si curano?

Le dermatiti sono delle malattie infiammatorie della cute, spesso su base autoimmune, che si presentano con eritemi ed arrossamenti di vario genere e si differenziano in base alle cause scatenanti. Spesso, come per la psoriasi e la dermatite atopica, vi e’ alla base un fattore genetico predisponente che, in presenza di fattori esterni scatenanti, induce la comparsa delle manifestazioni. Nel caso delle dermatiti da contatto, al contrario, non vi sono fattori endogeni predisponenti, ma l’infiammazione della pelle e’ causata da sostanze esterne (irritanti ed allergeni) che scatenano una risposta infiammatoria della cute dopo essere state in contatto anche per brevi periodi con le strutture superficiali della pelle. Le terapie delle dermatiti sono ovviamente differenti a seconda della diagnosi. Molto utilizzate sono le creme a base di cortisone ed altri antiinfiammatori. Nelle forme da contatto e’ fondamentale la prevenzione ovvero l’evitare il contatto con le sostanze irritanti o sensibilizzanti.

In questa stagione sono molto diffusi anche gli eritemi solari: quali rischi si corrono ad esporsi al sole senza protezione solare, soprattutto se si ha un fototipo chiaro?

La radiazione solare ultravioletta e’ composta principalmente dai raggi ultravioletti e dalla luce visibile. I raggi ultravioletti (UVB e UVA) sono quelli piu’ pericolosi perche’ dotati di grande energia. Quando colpiscono la cute (soprattutto gli UVB) sono in grado di indurre un eritema (rossore) dopo pochi minuti. L’unico meccanismo di difesa che abbiamo e’ la melanina, ovvero il pigmento prodotto dai melanociti che si forma dopo l’esposizione solare (abbronzatura). Le persone di pelle chiara tendono naturalmente a formare meno melanina e quindi sono meno protette verso i raggi UVB e di conseguenza sono piu’ suscettibili agli eritemi solari se si espongono senza protezione adeguata.

Quando dobbiamo preoccuparci, con i nostri nei?

I nei sono delle neoformazioni prodotte dai melanociti (cellule che formano la melanina). Per questo motivo hanno generalmente un colore marrone scuro. I nevi generalmente sono delle lesioni di piccole dimensioni, tondeggianti che compaiono in qualsiasi sede cutanea. Possono essere pericolosi quando le cellule al loro interno degenerano e diventano tumorali causando il melanoma. Spesso e’ difficile capire clinicamente quando questo avviene e per questo, nei soggetti a rischio, e’ meglio effettuare regolarmente visite periodiche con l’epiluminescenza dallo specialista. Come regola generale, bisogna tenere d’occhio i cambiamenti che si hanno nella forma e struttura del nevo. Campanello di allarme deve essere la crescita improvvisa, spesso asimmetrica della lesione, i cambiamenti dei bordi e le alterazioni disomogenee del colore.

Un altro problema grave della pelle e non solo, perché può coinvolgere le articolazioni, è la psoriasi. Come si individua precocemente e c’è un trattamento per rallentarne la progressione?

La psoriasi e’ una dermatite immunomediata che colpisce la cute e le articolazioni. Circa un terzo dei pazienti affetti dalla forma cutanea puo’ presentare un danno articolare. Mentre sulla cute le lesioni sono facilmente visibili (gomiti, ginocchia, cuoio capelluto, mani), il danno articolare, non essendo obbligatorio né tantomeno visibile e’ di piu’ difficile diagnosi. Il paziente non deve sottovalutare il dolore articolare, anche se sporadico, ne’ eventuali gonfiori a carico delle articolazioni e dei tendini. Utile, nei casi sospetti, effettuare un’ecografia con power Doppler dell’articolazione interessata per fare una diagnosi precoce. In questo caso va istituita al piu’ presto una terapia adeguata a base di antiinfiammatori, cortisonici e nei casi piu’ resistenti farmaci biologici per fermare la progressione della malattia e mantenere l’articolazione funzionale.

Ha fatto scalpore la pubblicità di una marca di vestiti che ha utilizzato una modella con la vitiligine, “sdoganando” tra i più giovani questa malattia. Da cosa deriva e ci sono dei trattamenti per ridurre gli effetti estetici?

La vitiligine e’ una malattia che determina il blocco funzionale e la scomparsa dei melanociti. Le aree interessate pertanto non si pigmentano e la pelle si presenta bianca. Questo e’ tanto piu’ evidente quanto piu’ scuro e’ il colore della pelle (fototipo) del soggetto interessato. Non sono ancora completamente chiarite le cause della vitiligine, ma l’ipotesi autoimmune e’ tra le piu’ accreditate. La malattia non e’ pericolosa ma e’ estremamente invalidante dal punto di vista psicologico e della qualità di vita del soggetto colpito. Le terapie si basano sull’utilizzo di modulatori della risposta immune nonche’ della fototerapia per ripristinare la funzionalità dei melanociti colpiti. In alcuni casi selezionati puo’ essere utile il trapianto di melanociti.

Ci sono delle malattie della pelle che si possano trasmettere con rapporti sessuali o comunque molto ravvicinati con altre persone?

Molte malattie della pelle si possono trasmettere con i rapporti sessuali (soprattutto non protetti). Al di la’ della trasmissione dell’infezione da HIV, la malattia sessualmente trasmessa della pelle piu’ conosciuta e’ la sifilide che inizia con una lesione nell’area di contatto con la persona infetta che compare dopo pochi giorni dal rapporto (sifilide primaria). Spesso questa lesione guarisce spontaneamente ma l’infezione prosegue nel sangue causando la comparsa dopo alcune settimane di lesioni eritematose diffuse (sifilide secondaria) o addirittura di lesioni cerebrali a distanza di anni (sifilide terziaria). L’infezione da HPV (Human Papilloma Virus) e’ un’altra malattia sessualmente trasmessa associata alla comparsa dei condilomi acuminati e del cancro della cervice uterina nella donna. Altri virus, come il mollusco contagioso o l’herpes virus possono essere trasmessi per via sessuale così come le infezioni da clamidia e la gonorrea che danno dei quadri prevalentemente di tipo uretritico.

Articolo originale: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Anche-il-sesso-puo-far-male-ala-pelle-malattie-veneree-sfilide-herpes-aids-6ad208bf-c07f-4c4b-acf8-c32cf8b799d4.html

Punture di meduse dal corriere della sera 11 agosto

Punture di meduse: ecco le dieci
cose da fare (e da non fare)

Lavare la parte colpita con acqua di mare, in modo da diluire la tossina non ancora penetrata, e applicare un gel astringente al cloruro d’alluminio

di Paola Arosio

 

(Ansa)
(Ansa)

La cattiva notizia è che, anche quest’estate, le meduse sono presenti in abbondanza nei nostri mari. Quella buona che, se non si è riusciti a evitarle, è possibile neutralizzare il loro potere urticante. A patto di seguire i consigli giusti e di non incappare in comuni errori. Ecco un vademecum stilato con la consulenza di Enzo Berardesca, direttore dell’Unità operativa di Dermatologia clinica all’Istituto dermatologico San Gallicano di Roma.

 

Cinque cose da fare

1. Se stai nuotando al largo e vieni sfiorato da una medusa, niente movimenti scomposti; devi respirare bene e cercare di raggiungere con calma la riva. Chiedi aiuto a qualcuno, se è necessario. Se invece sei già a riva, esci subito dall’acqua. Evita di gridare e (per quanto possibile) di agitarti.

 

2. Ciò che ti serve ce l’hai a portata di mano: lava la parte colpita con acqua di mare, in modo da diluire la tossina non ancora penetrata. Evita l’acqua dolce perché potrebbe favorire la rottura delle nematocisti (strutture urticanti che le meduse usano per difendersi) rimaste sulla pelle.

3. Con pazienza, cerca di pulire la pelle dai filamenti residui. Per rimuoverli, usa una tessera di plastica rigida, come bancomat o carta di credito, oppure un coltello usato di piatto (non dalla parte della lama).

4. Applica un gel astringente al cloruro d’alluminio, meglio se a una concentrazione del 5%. Serve a lenire il prurito e a bloccare la diffusione delle tossine. Lo trovi in farmacia.

5. Vai al pronto soccorso o chiama il 118 se ti accorgi che subentrano delle complicazioni, come reazione cutanea diffusa, difficoltà respiratorie, sudorazione, pallore, mal di testa, nausea, vomito, vertigini, confusione. «In alcune persone particolarmente sensibili, la puntura di una medusa, ma anche di un’ape o di una vespa, può innescare una reazione allergica estrema al veleno, lo choc anafilattico – spiega Berardesca -. In questi casi la tempestività di intervento è fondamentale».

 

Cinque cose da non fare

1. Non strofinare la zona colpita con sabbia o con una pietra tiepida. «In effetti le tossine sono termolabili, vengono cioè inattivate dal calore, ma perché ciò avvenga bisognerebbe raggiungere una temperatura di circa 50 gradi», precisa Berardesca. Meglio, quindi, non rischiare un’ustione.

2. Lascia perdere i rimedi della nonna, come ammoniaca, urina, aceto, alcol. «Questi metodi non solo sono inutili, ma possono risultare anche dannosi – sostiene l’esperto -. Ammoniaca e urina potrebbero ulteriormente infiammare la parte colpita».

3. Non grattarti, anche se è la prima reazione istintiva; se lo fai rompi le eventuali nematocisti residue, liberando ulteriore veleno.

4. Se la reazione è localizzata, fai a meno delle creme al cortisone o contenenti antistaminico: sono inutili perché entrano in azione solo dopo circa 30 minuti dall’applicazione e cioè quando la reazione è già naturalmente esaurita. Questi principi attivi possono invece andare bene per via orale, nel caso di lesioni diffuse o di disturbi generali, anche lievi.

5. Niente sole per qualche giorno sulla parte colpita. Nella fase di guarigione l’arrossamento lascia il posto a un’iperpigmentazione, che i raggi ultravioletti potrebbero rendere duratura. Per evitare antiestetiche macchie scure, usa una crema a filtro totale (50+).