Dita avvizzite. Corriere della Sera online

Ecco perché se stiamo troppo a mollo
le dita delle mani «avvizziscono»

Lo strato corneo, cioè la parte più superficiale della pelle, è costituito da cheratina, una proteina che ha la capacità di legarsi all’acqua e alle sostanze grasse

di Paola Arosio

 

«Lucia, sbrigati! Vieni fuori!». «Marco, esci! È più di mezz’ora che stai dentro!». Mamme che, a ogni inizio stagione, quando le giornate si fanno più calde e soleggiate, sbraitano ai figli, recalcitranti, di uscire dal mare o dalla piscina. Spesso facendo leva su un segnale tipico, che tutti conosciamo: le dita grinzose dei piccoli, rimasti troppo a lungo a mollo. Ma è vero che queste pieghe indicano che è tempo di abbandonare l’acqua? «Anche se le grinze sono del tutto fisiologiche, meglio non esagerare con la permanenza in acqua, che causa un’eccessiva macerazione della pelle – suggerisce Enzo Berardesca, direttore dell’Unità operativa di Dermatologia clinica all’Istituto dermatologico San Gallicano di Roma -. Se a questo avvizzimento si sommano altri segnali, come brividi, pallore, labbra violette, che indicano che il bambino è infreddolito, allora è meglio farlo uscire, avvolgendolo poi in un asciugamano».

La cheratina si gonfia

Dopo circa un quarto d’ora, le dita dal caratteristico aspetto “a prugna secca” cominceranno a tornare lisce e rosee. Si tratta di un evento normale e reversibile, controllato dal sistema nervoso. Prova ne è il fatto che, se i nervi delle estremità sono lesionati, questo fenomeno non si verifica. Secondo le teorie scientifiche attualmente più accreditate, le dita a mollo avvizziscono a causa di un semplice meccanismo osmotico. «Lo strato corneo, cioè la parte più superficiale della pelle, è costituito da cheratina, una proteina che ha la capacità di legarsi all’acqua e alle sostanze grasse – spiega Berardesca -. Dopo circa trenta minuti di immersione, la cheratina assorbe acqua gonfiandosi. Ciò non accade negli strati più profondi della pelle, col risultato che lo strato corneo diventa più ampio rispetto alla superficie sottostante e di conseguenza forma delle pieghe. Il fenomeno è chiaramente visibile sulle mani e sui piedi perché in queste zone la cheratina è più abbondante rispetto alle altre parti del corpo. Ma anche capelli e unghie sono ricchi di cheratina, che si lega all’acqua. Tant’è che, come effetto, le unghie diventano più morbide e i capelli più ondulati».

 

Come gli pneumatici?

Le dita avvizzite sono, quindi, una conseguenza dell’umidità sulla pelle. Non avrebbero lo scopo di migliorare la manualità e la capacità di grasping (afferrare gli oggetti) in acqua, come era stato ipotizzato in una ricerca del 2013, che aveva paragonato la funzione delle dita grinzose a quella dei pneumatici sull’asfalto. «Una teoria affascinante e fantasiosa, ma non dimostrata», sostiene Berardesca. Guarda caso, già al momento della pubblicazione, lo studio aveva suscitato non poche perplessità tra gli addetti ai lavori.